articolo Gatti
Dietro gli occhi di un gatto si nasconde una tigre freccevenerdì 26 ottobre 2012  



Il gatto, così come il cane, è cresciuto accanto all’uomo, ma a differenza  del cane ha saputo conservare una individualità così spiccata da poter essere considerato una proprietà esclusiva: ci sfugge, e dietro i suoi occhi sembra nascondersi un mistero, un carattere che nessun uomo mai saprà penetrare completamente. Il comportamento del gatto ci spinge a pensare che sia diventato domestico per sua scelta, per sua opportunità, scelta cui però potrebbe rinunciare in qualsiasi momento. I gatti randagi che vivono in campagna o nelle città, sono spesso molto più autosufficienti dei cani, proprio per il fatto che sono dei cacciatori e, in un modo o nell’altro, riescono a provvedere a se stessi.

Il gatto è un felino
Il gatto è un felino, si è soliti dire per sottolineare in un certo senso la sua parentela con i grandi animali selvatici, visto che il termine felino richiama alla mente immagini simili alla tigre di Sandokan e dei tanti altri romanzi salgariani. L’istinto predatore non si è assopito nel tempo, non è rimasto fuori dall’uscio di casa, ha forma diversa, passando dal gatto alla tigre, è nel tempo è mutato all’interno della stessa specie, dato che come tutti sanno, ormai, i gatti non mangiano più i topi, almeno i gatti domestici.

I gatti da giardino e da casa mostrano scarsa propensione per i tipi sia perché questi ultimi non sono più comuni come una volta, almeno nelle città, , sia perché l’insegnamento di generazione in generazione della caccia al topo è venuto a mancare. Infine, se poi anziché di topi si parla di ratti, grandi e agguerriti, come si conviene ad ogni ratto che si rispetti, nessun gatto si sognerebbe mai di affrontarli.

Le prede sono quindi cambiate e sono per lo più prede facili, indifese, come l’uccellino caduto dal nido o l’incauto visitatore del giardino che non si è accorto della presenza felina o la lucertola, diventata ormai quasi una preda d’elezione. Naturalmente i gatti non se ne cibano, ma la caccia e la successiva cattura rappresentano un irresistibile invito all’antico rito della caccia, al famoso gioco del gatto col topo che tante volte è stato riproposto così mirabilmente nei cartoni di Tom e Jerry. I sostanza e rimasto solo l’istinto della caccia, visto che ormai la necessità alimentare è venuta a mancare, almeno per i gatti domestici. Ovviamente, come detto prima, altro discorso  è per i gatti di campagna e per i randagi che, quasi sempre, devono provvedere da soli a procurarsi il cibo, e lo fanno quindi all’antica maniera.

Grandi cacciatori in miniatura
Questo in definitiva sono i gatti,  perché dal punto di vista anatomico e sensoriale è la miniatura di una tigre o di un qualsiasi altro grande felino. I felini hanno nella velocità sulla breve distanza, nello scatto da fermi e nei balzi le loro armi migliori. Il gatto di casa che è in agguato per cercare di acchiappare lo sfortunato geco che non si è accorto della sua presenza, è del tutto simile, nelle movenze e nei rituali, a quanto fa un grande felino della savana africana. Resta li immobile, in paziente attesa, pronto a cogliere l’attimo favorevole e, quando finalmente per lui la preda è alla sua portata, sferra l’attacco.

Lo scatto incredibile, vera e propria riproduzione del lampo, è possibile grazie ad una particolare struttura muscolare e scheletrica.  Le vertebre della spina dorsale hanno articolazioni flessibili che rendono possibile la caratteristica armoniosità dei movimenti, con le zampe posteriori che sono poi dei veri e propri organi di spinta che nello scatto sanno imprimere una forza impressionante, sia per  salto verso l’alto che per il balzo sulla preda.

Sensi sempre all’erta
Cogliere di sorpresa un gatto è praticamente impossibile, anche ora che si è accasato e che si fida di noi. I suoi sensi sono finissimi e la sua immobilità è solo apparente. Basta infatti osservare la parte esterna delle sue orecchie che sembrano essere sempre in movimento, dei veri e propri microfoni direzionali, sempre pronti a captare il minimo rumore o anche solo una vibrazione. L’occhio è specializzato per sfruttare al massimo i segnali luminosi a scapito dei particolari e dei colori, e inoltre la loro disposizione frontale consente di calcolare sempre con estrema precisione la distanza degli oggetti, sia fissi che in movimento.

Il gatto è territoriale e regola la sua vita sociale attraverso l’odore e i messaggi olfattivi. Non c’è troppo da illudersi quando il nostro amico gatto si strofina insistentemente  contro di noi, specialmente quando con la testa fa pressione sulle nostre gambe o sulle braccia. Lo farà anche per il suo piacere personale, per gioco o anche per comunicare con noi, ma lo farà sempre per marcarci, come si fa con una qualsiasi proprietà, niente di più e niente di meno. Non possiamo farci nulla, è nella natura del gatto sfoderare le unghie e lasciare in giro dei segni visibili. Se vogliamo preservare mobili e poltrone, è necessario mettergli a disposizione  l’apposito grattino o affilartigli.

La tranquilla vita casalinga, le ore passate a sonnecchiare, sembrerebbero in contrasto con la sua natura, ma non è così, visto che anche i grandi felini in libertà si comportano allo stesso modo. Le fusa, poi, esprimono, e se vogliamo trasmettono tranquillità, approvazione, gratificazione e piacere.


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Il gatto è un felino
Il gatto è un felino, si è soliti dire per sottolineare in un certo senso la sua parentela con i grandi animali selvatici, visto che il termine felino richiama alla mente immagini simili alla tigre di Sandokan e dei tanti altri romanzi salgariani. L’istinto predatore non si è assopito nel tempo, non è rimasto fuori dall’uscio di casa, ha forma diversa, passando dal gatto alla tigre, è nel tempo è mutato all’interno della stessa specie, dato che come tutti sanno, ormai, i gatti non mangiano più i topi, almeno i gatti domestici.

I gatti da giardino e da casa mostrano scarsa propensione per i tipi sia perché questi ultimi non sono più comuni come una volta, almeno nelle città, , sia perché l’insegnamento di generazione in generazione della caccia al topo è venuto a mancare. Infine, se poi anziché di topi si parla di ratti, grandi e agguerriti, come si conviene ad ogni ratto che si rispetti, nessun gatto si sognerebbe mai di affrontarli.

Le prede sono quindi cambiate e sono per lo più prede facili, indifese, come l’uccellino caduto dal nido o l’incauto visitatore del giardino che non si è accorto della presenza felina o la lucertola, diventata ormai quasi una preda d’elezione. Naturalmente i gatti non se ne cibano, ma la caccia e la successiva cattura rappresentano un irresistibile invito all’antico rito della caccia, al famoso gioco del gatto col topo che tante volte è stato riproposto così mirabilmente nei cartoni di Tom e Jerry. I sostanza e rimasto solo l’istinto della caccia, visto che ormai la necessità alimentare è venuta a mancare, almeno per i gatti domestici. Ovviamente, come detto prima, altro discorso  è per i gatti di campagna e per i randagi che, quasi sempre, devono provvedere da soli a procurarsi il cibo, e lo fanno quindi all’antica maniera.

Grandi cacciatori in miniatura
Questo in definitiva sono i gatti,  perché dal punto di vista anatomico e sensoriale è la miniatura di una tigre o di un qualsiasi altro grande felino. I felini hanno nella velocità sulla breve distanza, nello scatto da fermi e nei balzi le loro armi migliori. Il gatto di casa che è in agguato per cercare di acchiappare lo sfortunato geco che non si è accorto della sua presenza, è del tutto simile, nelle movenze e nei rituali, a quanto fa un grande felino della savana africana. Resta li immobile, in paziente attesa, pronto a cogliere l’attimo favorevole e, quando finalmente per lui la preda è alla sua portata, sferra l’attacco.

Lo scatto incredibile, vera e propria riproduzione del lampo, è possibile grazie ad una particolare struttura muscolare e scheletrica.  Le vertebre della spina dorsale hanno articolazioni flessibili che rendono possibile la caratteristica armoniosità dei movimenti, con le zampe posteriori che sono poi dei veri e propri organi di spinta che nello scatto sanno imprimere una forza impressionante, sia per  salto verso l’alto che per il balzo sulla preda.

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Cogliere di sorpresa un gatto è praticamente impossibile, anche ora che si è accasato e che si fida di noi. I suoi sensi sono finissimi e la sua immobilità è solo apparente. Basta infatti osservare la parte esterna delle sue orecchie che sembrano essere sempre in movimento, dei veri e propri microfoni direzionali, sempre pronti a captare il minimo rumore o anche solo una vibrazione. L’occhio è specializzato per sfruttare al massimo i segnali luminosi a scapito dei particolari e dei colori, e inoltre la loro disposizione frontale consente di calcolare sempre con estrema precisione la distanza degli oggetti, sia fissi che in movimento.

Il gatto è territoriale e regola la sua vita sociale attraverso l’odore e i messaggi olfattivi. Non c’è troppo da illudersi quando il nostro amico gatto si strofina insistentemente  contro di noi, specialmente quando con la testa fa pressione sulle nostre gambe o sulle braccia. Lo farà anche per il suo piacere personale, per gioco o anche per comunicare con noi, ma lo farà sempre per marcarci, come si fa con una qualsiasi proprietà, niente di più e niente di meno. Non possiamo farci nulla, è nella natura del gatto sfoderare le unghie e lasciare in giro dei segni visibili. Se vogliamo preservare mobili e poltrone, è necessario mettergli a disposizione  l’apposito grattino o affilartigli.

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